La prima avventura di Mattia, ambientata tra Chiesa del Rosario e Pinacoteca
Aprile, il mese delle gite. La classe di Mattia era piuttosto turbolenta e nessun in- segnante si voleva assumere la responsabilità di una gita, tranne il professore di italiano e storia, Franco Ravennati, uno dei preferiti di Mattia. Era un signore sulla sessantina, alto e magro, con una smisurata passione per il Guercino e Dante Alighieri e fu così che si fece carico, lui solo, di una gita a Cento; certo, per Massimiliano che vi abitava non era granché, però una giornata di svago non era male e poi aveva scoperto, per colpa o per meglio dire grazie a Mattia, che lui di Cento sapeva poco o nulla.
Mattia invece era entusiasta e pure gli altri alunni della
1^E avevano accolto con felicità la decisione del prof
Ravennati di accompagnarli a visitare la città del Guercino.
[...]
La comitiva arrivò davanti alla Chiesa del Rosario, prima tappa di quella breve gita, ad attenderli il custode.
Il Prof Ravennati tirò fuori dal proprio borsello un block-notes e invitò gli alunni a disporsi a semicerchio davanti a lui.
«La prima chiesa del Rosario fu eretta nel 1573 nella zona settentrionale del Borgo da Sera, praticamente in fondo a questa via. - Il professore prese a leggere dai suoi appunti - L'attuale chiesa del Rosario è stata costruita a partire dal 1633 e fu inaugurata nel 1645. Successivi interventi di ampliamento nel 1722, nel 1727 e nel 1834. Poi ovviamente i lavori di consolidamento dopo il terremoto del 2012 che ha reso nuovamente agibile l'intera struttura, grazie all'intervento di sponsor privati.»
Il Prof guardò Mattia che ricambiò strizzando l'occhio destro, entrambi sapevano che il Fondo Bertelli-Guglielmi si era fatto carico di numerose opere di salvaguardia del patrimonio storico-architettonico pesantemente danneggiato da quei nefasti eventi sismici.
La comitiva si spostò poi all'interno della chiesa.
«Ed è proprio durante i lavori eseguiti nel 1834 che nacque la leggenda del blu Guercino…» Proseguì l'insegnante.
Improvvisamente tra i ragazzi cadde il silenzio e il prof fu orgoglioso di avere finalmente catturato la loro attenzione.
«Nei tempi antichi i pittori si facevano in casa i colori, usando elementi naturali e ovviamente non fu da meno il Guercino. Particolarmente ricercato era il suo blu e si dice appunto che durante quei lavori ne fu trovata una boccetta, ma pare sia solo una leggenda metropolitana.» Spiegò Ravennati.
«Sicuramente sarà stata tutta secca!» Fece notare Giovanni, uno degli alunni fra i sorrisi e l'ilarità generale.
«Hai ragione Giovanni, ma questo ha poca importanza.» Sentenziò il professore.
Quella notizia destò invece la curiosità di Mattia che, allontanandosi leggermente dagli altri, prese fuori dallo zaino VI.OL.A. e armeggiando con i piccoli joystick posizionati sotto il display riuscì ad avere una scansione tridimensionale a raggi X della chiesa e la confrontò in tempo reale con la mappa ufficiale, che scaricò dall'archivio del Fondo. Nulla di anormale. Improvvisamente Mattia notò però una nicchia posta sotto il pavimento dell'oratorio, a circa tre metri di profondità.
Mattia aspettò con impazienza che il professore si decidesse ad entrare nell'oratorio; l'attesa di Mattia non fu vana: il prof, dopo aver illustrato minuziosamente tutti i dettagli della navata principale fece accomodare gli alunni nell'oratorio. Mattia si posizionò proprio sopra il punto che aveva destato il suo interesse.
«Questo oratorio fu costruito tra il 1660 e il 1662 e possiamo notare l'ancona lignea dell'altare maggiore preesistente ai rifacimenti del Bibiena.» Il professore leggeva con attenzione i suoi appunti per non sbagliare date e riferimenti.
l pomeriggio Mattia lo passò con Anisha e per un attimo si dimenticò della Chiesa del Rosario, del blu Guercino e di tutto il resto.
Amava profondamente la sua ragazza, si conoscevano fin da bambini. Quando stavano insieme passavano intere ore a parlare, sia che fossero a letto oppure semplicemente seduti su una panchina. Non avevano ancora fatto l'amore, nessuno dei due si sentiva pronto, anche se quello più imbarazzato era Mattia, tuttavia gli piaceva molto stare sdraiato sul letto con la sua ragazza, accarezzarle il seno e baciarla profondamente, lei ricambiava toccandogli delicatamente gli addominali, scolpiti da ore e ore di intensa attività fisica.
Ad un certo punto lei gli domandò della gita.
«È stata molto interessante – disse lui – e ho scoperto una cosa.» Mattia si alzò dal letto e andò alla scrivania a prendere il suo inseparabile attrezzo tecnologico, ritornò a letto e mostrò ad Anisha cosa aveva scoperto.
«Secondo me in quella nicchia c'è l'ampolla del blu Guercino.» E le raccontò quanto il professor Ravennati aveva detto quella mattina.
«Come fai a dirlo? È una chiesa molto antica, ci potrebbe essere qualsiasi cosa, magari la reliquia di un santo o chissà che…»
«Può essere che hai ragione, tuttavia il mio sesto senso mi dice che la leggenda del ritrovamento è vera.»
«Matty, anche se fosse vera, che scoperta sarebbe?»
«Che scoperta sarebbe? – Mattia si sollevò e si mise a sedere – si potrebbe analizzare chimicamente la composizione di quel colore, senza poi contare l'importanza come ritrovamento storico.»
«Se però è stata ritrovata, come fa ad essere in quella nicchia?»
«Forse è solo stata rinvenuta in un altro punto della chiesa e riposizionata lì, sotto il pavimento dell'oratorio, quale luogo più sicuro a tre metri di profondità?»
«Ora però basta parlare di queste cose.» Anisha gli tolse dalle mani il VI.OL.A., appoggiandolo delicatamente sul comodino e avvicinò a sé Mattia.
Lui si fece trascinare, cercando il contatto con le sue labbra.
«Baci da dio amore.» Disse lei
«Lo so.»
«Ti ho visto strano quando la tipa ci ha detto che potevamo entrare gratis…» Notò Massimiliano.
«Oggi non c'è nessuna promozione riservata ai minorenni, al più avrebbe dovuto farci pagare il biglietto ridotto. Inoltre, anche se omaggio, il biglietto doveva darcelo ugualmente…Massy, qualcuno ci sta aspettando e non vuole che lasciamo traccia.»
Mentre Mattia esponeva i suoi sospetti i due camminavano lungo i corridoi e le stanze, guardando, molto distrattamente, le opere che avevano fatto la storia dell'arte e della cultura di Cento.
Mattia aveva ancora in mano VI.OL.A. e lo accese nuovamente: «Bene, siamo praticamente sopra al nascondiglio segreto, sempre che di nascondiglio si tratti e per il momento qui dentro ci siamo solo noi due e la donna della reception…vedi i tre puntini?»
«Sì vedo, ma ora che si fa?»
«Qua vicino ci dovrebbe essere un passaggio segreto o qualcosa del genere.»
I due si guardarono attorno: erano in una grande stanza rettangolare, alle pareti solo quadri e l'arredamento era costituito da un paio di tavolini di vetro ricoperti da alcuni opuscoli.