L’autore*, protagonista della piccola editoria.
Partiamo da una premessa: ogni libro, sia che sia autopubblicato o mandato in stampa da un editore, appartiene (fatte salve le opportune specifiche del contratto editoriale) all'autore.
Abbiamo Bram Stoker's Dracula, il Via col vento di Margareth Mitchell; sentiamo dire J.K. Rowling, autrice di Harry Potter. Quasi mai, se non in determinati contesti, si sente il nome dell'editore.
"Io credevo che bastasse mandare il manoscritto all'editore e poi da lì in poi ci pensasse lui." Ha detto una volta un'autrice, aggiungendo poi "e invece mi sono sbagliata, le cose da fare sono e possono essere tante."
Certamente all'editore spettano diversi compiti istituzionali: la stampa (ovviamente) con tutti i servizi connessi (editing, impaginazione e via discorrendo), la messa in commercio (vuol dire renderlo disponibile per la vendita), il deposito legale ma l'apporto dell'autore, soprattutto nella piccola editoria, è fondamentale.
Ma cosa può fare un autore? Innanzitutto collaborare con l'editore nel far conoscere il libro: condivisione sui social, organizzazione di presentazioni, fare pubblicità. Tutte cose che, se si vuole far conoscere il libro, vanno fatte abbastanza continuamente.
Certamente il discorso delle presentazioni, oggigiorno dopo il covid, è un po' complesso: spesso si fa fatica a trovare posti a uso gratuito ove farle, spesso è difficile riempire la sala e non è quasi mai facile trovare il giorno giusto: partite di calcio alla tv, condizioni atmosferiche avverse, gli orari (se le fai la sera la gente non esce di casa, se le fai nel tardo pomeriggio la gente esce dal lavoro). E' facile dire "non bisogna abbattersi" ma poi quando si vede la sala vuota e le vendite scarseggiano, ci si rimane un po' male. Ma forse bisognerebbe scindere il discorso presentazione/vendita, anche se non è facile.
Una casa editrice certo non può avere tutti i contatti di luoghi dove si possono fare presentazioni ed è qui che entra in gioco l'autore, almeno per organizzare la presentazione in luoghi a lui vicino: bisogna partire da un punto e poi allargare il cerchio.
Ma se ci sono tanti chilometri da fare?
Eh sì questo rappresenta un problema: oggi viaggiare ha un costo esorbitante. L'editore va da sè non è che può andare a tutte le presentazioni dei proprio autori (ma può inviare le copie anche in conto deposito a chi le organizza) e spesso non riesce a contribuire ai costi della trasferta. Questo non vuol dire che debba poi essere l'autore a farsi carico di questi costi, ma forse bisognerebbe fare presentazioni quando si ha un minimo di certezza delle vendite o comunque della presenza di persone (potrebbe essere una soluzione organizzare le presentazioni con prenotazione? Magari prevedendo una cena?). Oppure l'autore (o anche l'editore quando decide di seguire l'autore in "missione") considera questa trasferta come una vacanza e si mette una mano sul cuore e una nel portafoglio: ma chiaramente non può essere sempre così. Certo, sarebbe tutto più bello se chi organizza la presentazione si facesse carico di una parte di questi costi: ma bisognerebbe considerare a questo punto le presentazioni come occasioni di intrattenimento e non come semplice occasione di mera vendita.
Sui social e online invece le cose diventano più semplici: ma spesso si vedono autori esordienti che pubblicizzano poco sul proprio profilo social il proprio libro.
Quando pubblicai il mio primo libro con un editore di Roma, diedi un contributo per la stampa (sì ho pagato per stampare il libro e sono ben contento di averlo fatto e non ci trovo nulla di male), poi una volta ricevute le copie che mi spettavano a mie spese le mandai a molte librerie della provincia, indirizzando poi per la vendita all'editore.
Sinceramente non mi interessava fare soldi, ma farmi conoscere e alla prima presentazione dove ne vendetti 5 copie, fui felicissimo.
Ma la collaborazione tra autore ed editore va oltre il singolo proprio libro, se cresce la casa editrice crescono di conseguenza tutti gli altri: con maggiori risorse la casa editrice può fare maggiori investimenti, ecco perchè non sarebbe male che quando un autore vuole fare un regalo (un libro ovviamente se vuole), regali libri della casa editrice.
Sulla messa in commercio vale la pena fare una postilla a parte.
Mettere in commercio vuole dire mettere disponibile per la vendita: le case editrici non sono obbligate ad avere un proprio negozio virtuale online dove vendere e non sono nemmeno obbligate ad avere un profilo di vendita amazon, ma spesso la casa editrice fa vendita diretta (passare per un distributore vuole dire lasciargli il 55% del prezzo di copertina, in alcuni casi anche il 60) e spesso capita che in determinato luogo (virtuale come amazon o ibs, o reale come una libreria) un tal libro non sia disponibile e magari chi compra è un amico dell'autore e a lui poi sono dirette le lamentele. Queste lamentele però possono essere trasformate in segnalazioni che vanno fatte all'editore che poi potrà prendere contatto con il proprio distributore per indirizzare le copie dove servono o prendere contatto direttamente con la libreria. Le tirature, nella piccola editoria, sono solitamente basse ed è difficile coprire tutta Italia, ecco perché spesso in un certo posto (reale o virtuale) i libri risultano non disponibili; l'editore non può monitorare tutto il web (e i magazzini di siti di vendita libraria non sono gestiti dai singoli editori, ancorchè essi abbiano un profilo di vendita su questi siti o siano già loro fornitori) e le segnalazioni, magari fatte senza polemica (l'editore ha interesse a vendere, figurarsi se si sogna di stampare libri per tenerli nel cassetto), sono fondamentali.
Fondamentale, qualora sia presente, è anche indirizzare per le vendite al sito della casa editrice: l'editore in questo modo risparmia sulle commissioni (al distributore va come detto più della metà del prezzo di copertina, per i siti di vendita libraria lo sconto è circa del 30/40%), chiaramente questo vale per chi vuole acquistare il libro online.
Ricordiamoci anche che gli editori agli autori sulle copie acquistate da loro stessi riconoscono uno sconto (che varia dal 5 al 30%, a volte anche oltre)... ecco che l'autore può collaborare direttamente alla vendita (e magari mettersi così in tasca qualcosina).
L'autore, inteso anche come autrice*