Il matrimonio di Mattia
Riproponiamo qui di seguito il capitolo tratto da "Il ladro del Carnevale"
Mattia stava guardando fuori dalla finestra i volontari che pulivano le sedie sistemate sul prato, ne servivano parecchie visto che Mattia aveva invitato anche tutti gli ospiti della Villa. Villa Guglielmi nel corso degli anni era diventata una sorta di casa protetta per famiglie in difficoltà, donne maltrattate, anziani soli, giovani omosessuali allontanati dalle proprie famiglie. Se non ci fosse stato l'attacco del Signore delle Ombre alla villa a Pieve di Borgopianura, molto probabilmente il matrimonio si sarebbe organizzato là, tuttavia la scelta di festeggiare nella villa che un tempo era appartenuta alla famiglia di Riccardo era stata una scelta giusta, Mattia era contento che ci fosse tanta gente - gli ospiti della villa erano circa una quarantina di persone. Lui si sentiva parte di quella comunità, un po' perché condivideva con alcuni ospiti il fatto di aver perso entrambi i genitori, poi perché quando poteva, trascorreva parte del suo tempo alla Villa, rendendosi utile in diverse mansioni, come volontario. Improvvisamente Mattia fu pervaso da un senso di malinconia, avrebbe voluto avere i suoi genitori lì con sé. La settimana precedente, accompagnato da Massimiliano, si era recato a far visita alla loro tomba a Padova. "Mamma, papà...che dire. Tra una settimana mi sposo. Sono emozionato, stanno capitando tante cose, tutte strane e molto curiose. Vorrei davvero tanto dividere questa mia felicità con voi. Sì, è vero, in questo ultimo anno non sono venuto tante volte a trovarvi, non è che siete arrabbiati? Io ho bisogno della vostra protezione però certo Samuel e Dige come papà sono fantastici. Ogni tanto mi sento in colpa perché sono sicuro che stanno in pensiero per tutte le cose che combino." Nelle orecchie di Mattia riecheggiavano le parole da lui dette sulla tomba dei suoi genitori, quel momento di malinconia fu interrotto dall'abbaiare di Scintilla che era entrato nella stanza. "Finalmente Massy è pronto?" Mattia seguì il cane nella stanza a fianco, dove Massimiliano aveva appena finito di sistemarsi. "Dopo tutto quello che abbiamo bevuto ieri sera, mi ci è voluto un po' per riprendermi" disse e poi vedendo che Mattia era già tutto vestito, aggiunse: "Mio dolce marito, sei uno splendore!" Entrambi avevano optato per due completi scuri, Mattia tendente al rosso, Massimiliano al blu. All'uscita dalla villa i due novelli sposi erano attesi da un bel po' di strette di mano e dagli applausi del Sindaco di Borgopianura, i numerosi compagni di classe, gli ospiti della villa, tutti sovrastati dall'abbaiare di Scintilla. Csaba, giunto apposta da New York, dove ormai si era trasferito assieme alla madre, intento a provare alcuni pezzi assieme all'orchestra, vedendoli, intonò la marcetta nuziale con il suo inseparabile violino. Samuel e Benedetto, che erano stati in disparte, si avvicinarono a Mattia. "Beh piccolo, siamo veramente tanto contenti e anche tanto orgogliosi." Disse Benedetto quasi tra le lacrime, lacrime di gioia che ovviamente erano condivise anche da Samuel. "Io vi devo tutto, so benissimo che in questi ultimi anni ci sono stati molti silenzi e cose non dette da parte mia ma sono contento di essere vostro figlio." Mattia li abbracciò tutti e due. Massimiliano invece cercava con lo sguardo il padre, che si era allontanato dalla folla. Lo trovò sulle rive del laghetto artificiale. "Papà..." Massimiliano si avvicinò lentamente, quasi non lo volesse disturbare. Il padre stava scalciando dei sassi nello specchio dell'acqua. "Papà, dai vieni...tra un po' si inizia." Il genitore si voltò di scatto, il ragazzo temendo un rimprovero, si ritrasse. "Massimiliano, mi ci vorrà un po' per capirti...ma spero che tu sia felice." Gli tese la mano destra, che Massimiliano strinse con decisione. Era un inizio. Una volta che tutti si furono messi a sedere, Mattia e Massimiliano in prima fila al centro e al loro fianco i rispettivi testimoni, il Sindaco di Borgopianura si avvicinò al microfono e iniziò a parlare: "Cari amici, da quando è stata varata la legge sulle unioni civili, questa è la prima che celebriamo nel nostro comune, e sono qui veramente con tanta gioia e orgoglio. Ci troviamo in questo bel posto che tanto significa per la nostra comunità. Quando il Signor Bertelli decise di acquistare l'allora Pieve Calcio, io ero un semplice consigliere comunale ma quel gesto ha significato tanto per la nostra città che da quel giorno è cambiata tanto. Ora sono qui a celebrare il matrimonio di suo figlio Mattia, si uso la parola matrimonio perché poi è la parola più bella che ci sia!" Improvvisamente il Sindaco si era fermato, immobile, quasi impietrito. Tutto attorno si era fatto scuro, quasi che una gigantesca nuvola si fosse messa davanti al sole. Mattia si guardò attorno, vedeva che tutti erano immobili, tutti tranne lui e Massimiliano che stava osservando la scena con stupore. "Ma che sta succedendo?" Domandò allarmato Mattia. Un vortice nero comparve dal nulla e da quel nulla apparve il Signore delle Ombre, che avvolto dalla sua cappa misteriosa si avvicinò ai due amici. "Vedete, voi potete anche viaggiare nel tempo, ma non lo potete fermare, questo Riccardo non ve lo ha ancora spiegato?" Mattia stava mettendo la mano in tasca per prendere il sigillo e trasformare lui e l'amico in Maschera e Mantello, ma si ricordò che era incastonato nel corpo di Scintilla, senza di quello il cane non poteva assumere un aspetto normale. "Non darti affanno, mio giovane amico...oggi non voglio lottare, ma sono semplicemente venuto a farti gli auguri e anche portarti un regalo..." "Non ci pare di averti invitato o di averti fatto avere la lista di nozze." Disse Massimiliano con spavalderia. "Il mio regalo - proseguì il Signore delle Ombre - è che vi lascio in vita, anzi, te ne faccio un altro...chiedi a Riccardo che fine hanno fatto i tuoi genitori..." E con quelle parole, scomparve. Tutto tornò alla normalità, il sindaco riprese a parlare proprio dal punto in cui si era fermato. Mattia e Massimiliano erano attoniti. La madre di Massimiliano intercettò le loro espressioni e si fece preoccupata: "C'è qualcosa che non va?" Chiese sottovoce al figlio. I due ragazzi si ripresero in fretta, non potevano fare altro, anche se la loro testa era tutta all'apparizione del Signore delle Ombre. Terminato il breve discorso il Sindaco invitò i due sposi e i testimoni ad alzarsi in piedi. Si avvicinò a loro e pronunciò la formula prevista dalla legge. I due ragazzi cercando di dissimulare lo spavento avuto, si scambiarono gli anelli e il classico bacio fra gli applausi di tutti gli ospiti. Pure Samuel si era accorto dall'espressione di Mattia che era successo qualcosa: "Tutto bene?" Mattia rispose: "Sì, sì papi...sai...il caldo…tutto vestito così...per il pranzo mi sa che mi metto qualcosa di più leggero!" Mattia e Massimiliano si precipitarono all'interno della villa, fra gli sguardi stupiti di alcuni degli invitati. Una volta nella stanza di Mattia, chiusero la porta a chiave. "Lo hai visto anche tu vero?" Mattia faceva ancora fatica a credere a quello che aveva appena visto. "Certo, ma come è possibile che sia successo?" "Non lo so ma non mi pareva una visione nella mia testa." "No, non credo: era reale e davanti a noi. Ha fermato il tempo tutto intorno a noi…ma come ha fatto? "Non ne ho la minima idea e poi…" Mattia pensò all'ultima frase detta dal Signore delle Ombre. Massimiliano intercettando quel pensiero disse: "Non ti dare cruccio per quello che ha detto, la Confraternita sai che è sempre pronta a creare zizzania, lo ha detto solo per confonderti." Mattia volle credere alle parole dell'amico: "Ora però che si fa?" "Torniamo giù come che nulla fosse, non credo ci saranno altri pericoli per oggi." Disse Massimiliano e così fecero. Mentre stavano prendendo posto al tavolo del banchetto nuziale, Mattia in lontananza vide entrare dal cancello della villa Anisha accompagnata da un ragazzo. Mattia fece cenno a Massimiliano di seguirlo e andarono incontro ai due. "Mi fa piacere tu sia venuta, questo suppongo sia Simone." Mattia strinse la mano del ragazzo. "Piacere Simone De Gorré-Bell" Mattia fu sorpreso dal lungo cognome. Il ragazzo un po' imbarazzato si affrettò a dire: "Mia mamma è inglese e mio padre francese, ma ormai siamo in Italia da tanti anni. In effetti il mio nome andrebbe pronunciato all'inglese, ma Simone va bene uguale." "Vi fermate a pranzo vero?" Domandò Massimiliano. "Noi...non..." Balbettò Anisha. "Dai, su, non c'è alcun problema." Mattia era contento di vedere la sua ex e di sapere che aveva un nuovo amico, tra le altre cose Simone aveva un viso simpatico, contornato da riccioli rossi che non facevano altro che dare risalto alla sua carnagione pallida. Simone porse il loro regalo a Massimiliano dicendo: "È proprio un piccolo pensiero, solo all'ultimo io e Anisha ci siamo decisi a venire." "E avete fatto bene." Furono le parole di Massimiliano. I quattro si diressero al tavolo. Anisha camminava fianco a Mattia e sussurrò: "Devi scusarmi per quello che ho detto l'altro giorno." "Non c'è problema, sai che mi è geneticamente impossibile portare rancore." "Ti confesso che mi ci vorrà un po' per farmela passare...ma...Simone è molto premuroso." Simone era qualche passo dietro a loro, intento a parlare con Massimiliano. "Dove lo hai conosciuto?" "Hai presente l'azienda dove ho fatto lo stage la scorso ottobre? È sua, cioè dei suoi genitori, ci sono tornata l'altro giorno assieme a una mia amica per accompagnarla, dato che voleva portare il suo curriculum. All'uscita io e lui ci siamo letteralmente scontrati. Oddio, diciamo che mi è venuto addosso in bicicletta. È stato un colpo di fulmine." "Ora mi ricordo dove avevo sentito quel nome, che stupido…la GorBel..." La GorBel era un'azienda petrolchimica che aveva gli uffici in centro a Bologna, una delle più rinomate multinazionali in campo energetico. "Ma è più grande di noi, come età intendo..." "Sì be' ha ventidue anni." Massimiliano era sinceramente contento che Anisha avesse conosciuto un ragazzo di quella levatura sociale, tra le altre cose sembrava un tipo molto alla mano. Fortunatamente la bella giornata aveva permesso di allestire il pranzo all'aperto: la cucina di Villa Guglielmi aveva lavorato a pieno regime per sfornare un pranzo coi fiocchi, in considerazione dei più di cento ospiti presenti. Mattia non aveva molta fame, gli rigiravano nello stomaco ancora le schifezze ingurgitate la sera prima alla festa di addio al celibato, tuttavia doveva riconoscere che i cuochi avevano fatto un lavoro sopraffino. Tra una portata e l'altra i due sposi non facevano altro che distribuire bomboniere, che loro stessi avevano preparato: un simpatico contenitore di vetro riempito di confetti. Mattia fremeva dalla voglia di mettersi in contatto con Riccardo per raccontargli quanto era accaduto: il fatto che il Signore delle Ombre potesse fermare il tempo attorno a sé rappresentava un'ulteriore freccia al suo arco. E poi era impaziente di risolvere ancora due faccende: il mistero sul ladro del carnevale e sapere cosa aveva cercato il giorno dell'attacco alla casa a Pieve. Se avesse potuto avrebbe preso il microfono in mano e avrebbe detto a tutti gli ospiti di andarsene perché aveva delle cose da fare. Al pensiero di lui che commetteva quella brutta figura, egli stesso si lasciò scappare un sorriso: Massimiliano avrebbe chiesto il divorzio all'istante. La festa proseguì fino a sera inoltrata: i due giovani sposi, pur con tante preoccupazioni per la testa, trascorsero una giornata che non avrebbero mai potuto dimenticare. Mentre ballavano - e la festa si avviava alla conclusione - Massimiliano chiese: "Dove andiamo in viaggio di nozze?" "Che ne dici di Atlantide?" "Riformulo la domanda: dove andiamo in viaggio di nozze, appena abbiamo sistemato le nostre faccende in sospeso?" Massimiliano, pregustando un lungo viaggio solo con Mattia, avrebbe fatto volentieri a meno di portarsi dietro le preoccupazioni legate alla Confraternita e a ciò che rappresentava. "Temo che le nostre faccende in sospeso lo rimarranno ancora per un bel po': il Signore delle Ombre sembra invincibile. In ogni caso hai ragione, dobbiamo anche pensare a dove andarcela a spassare. L'unico continente che non ho ancora visitato l'Australia." "Considerando che io non ho messo mai piede fuori dall'Italia, be' a parte il mese scorso a Silverstone, va bene qualsiasi proposta. A proposito di Silverstone, pensi di tornare a correre in Formula Uno?" "Un giorno...magari..." Anisha da lontano osservava il suo ex ragazzo fra le braccia di Massimiliano, mentre ballava, accompagnata da Simone. Simone le chiese: "Sei sicura che sia stata una buona idea venire?" "I sentimenti per una persona non si posso cancellare da una sera all'altra..." "Vuoi dire che lo ami ancora?" "Cerco di non pensarci, ormai indietro non si torna ma era naturale che andasse a finire così, un po' è anche stata colpa mia: Mattia ha bisogno di libertà, sempre e comunque!" "Ci ho parlato oggi pomeriggio, è un po' strano. Non ti offende se ti dico che mi sembra un po' sociopatico?" Anisha si mise a ridere: "Credo sia questa sua stranezza a renderlo simpatico alla gente." "Credo che sia così anche perché si può permettere di esserlo." "Che intendi dire?" "Se fosse un ragazzo normale e non il figlio della Freccia D'Oro, sarebbe considerato uno sfigato e basta. Essendo anche ricco, ogni sua stranezza è perdonata. Massimiliano invece mi ha fatto un'impressione migliore, a parte i tatuaggi che io non sopporto!" Anisha assunse un'espressione imbronciata: "Vuoi dire che sono stata insieme ad un deficiente?" "Cara, tu non hai nulla da rimproverarti ma ecco, secondo me, hai fatto bene a lasciarlo!" Anisha pensò che Simone avesse esagerato un po' nel suo giudizio su Mattia, tuttavia doveva convenire sul fatto che la sicurezza che Mattia dimostrava sempre in ogni occasione sicuramente gli derivava dal fatto di sapere di avere sempre le spalle coperte da suo padre Samuel. "Ora basta parlare di lui! Comunque ti ringrazio per avermi accompagnato." "Figurati. Credo sia stato un bel gesto venire." Fra le coppie che ballavano anche Benedetto e Samuel. "Vorresti anche tu una cosa del genere?" Chiese Samuel al compagno. "Sai come la penso, ne abbiamo parlato già tante volte: io e te ci sposeremo quando ci sarà una legge per il matrimonio egualitario e non una legge rabberciata come quella delle unioni civili. Io sto bene così e non credo servano leggi per sancire l'amore, però..." "Però..." "Però devo ammettere che è stata una bella festa, semplice, con tanta gente." "Una festa la possiamo fare quando vuoi." Disse Samuel stringendolo forte a sé. Il violino suonato da Csaba accompagnava i pensieri di tutti loro, incuranti delle nubi che si stavano addensando sul loro futuro.
Ora Mattia e Massimiliano sono due celebri autori di avventure per ragazzi. Mattia ha scritto "Il mio amico Eletein", mentre Massimiliano è invece autore di "Delitto al Teatro Comunale", entrambi pubblicati da Edizioni Freccia D'Oro.
Entrambi poi sono protagonisti di una splendida avventura firmata da Marco Cevolani, autore centese, dal titolo "Il cantone del diavolo"