I Viaggi di Mattia, prima tappa: Renazzo
Capitolo 1
Mattia, ogni volta che percorreva via Alberelli, per andare a Renazzo, che in linea d'aria era distante poco meno di cinque chilometri da Borgopianura, non poteva fare a meno di notare la pendenza del campanile, pendenza che si notava molto di più una volta giunti sulla piazza.
Con alcuni compagni di classe spesso si trovava nella biblioteca della popolosa frazione del Comune di Cento, biblioteca che aveva la propria sede al primo piano del palazzo che una volta ospitava la delegazione comunale e più propriamente l'ufficio dell'anagrafe e quello elettorale.
Mattia e i suoi amici si trovavano sempre a Renazzo perchè più o meno si trova a metà strada: certo, lui non avrebbe avuto problemi ad ospitarli a casa sua, in fondo la sua personale biblioteca era ben fornita, ma dopo i compiti era un piacere per tutti quanti fermarsi in uno dei bar del via principale.
"Devo ammettere Michele che Renazzo è una gran figata, in un chilometro circa hai di tutto: il supermercato, la banca, il fotografo, il benzinaio, il barbiere, bar, pizzerie, la farmacia, l'edicola, la ferramenta, il macellaio...si sta bene veramente."
"Ma da dove deriva il nome Renazzo?" Chiese Linda.
Mattia tirò fuori dallo zaino il suo inseparabile tablet: "Qui su wikipedia c'è scritto: Il nome Renazzo deriva, come quello di altre frazioni centesi, dal fiume Reno, che nel medioevo passava a ovest di Cento ed esondava le sue acque nel territorio dell'attuale Renazzo, per poi sfociare con uno dei suoi rami nel Panaro più a nord, tra Casumaro e Finale Emilia. Nel XIV secolo il territorio che comprendeva l'attuale Renazzo e "XII Morelli" era chiamato "Malafitto", e così come gli altri territori centesi vennero concessi dalla partecipanza agraria di Cento e Pieve di Cento in enfiteusi agli abitanti del luogo, per l'opera di bonifica. Dopo la separazione tra Cento e Pieve di Cento avvenuta con bolla vescovile nel 1376, nel 1460 il cardinale Filippo Calandrini diede il via libera alla richiesta di vendita del territorio di Malafitto, in quanto improduttivo. Le terre vennero così spartite tra il vescovo Ottaviano II Ubaldini, Cento e Pieve di Cento. Lo sviluppo demografico di Renazzo si ebbe dopo il 1400; all'epoca era presente solo un oratorio, dedicato a san Giacomo, tuttavia nel 1489, vista la crescita dell'insediamento e la conseguente necessità di ricevere i sacramenti da parte della gente del luogo, venne costruita la chiesa, dedicata a san Sebastiano, ristrutturata poi nel 1745 e definitivamente consacrata nel 1819"
"Ma il Malaffitto non è il parco dove ci si va a fare le grigliate?" Chiese Massimiliano a sua volta.
Mattia scoppiò in una sonora risata: "Si vabbè Massy, ma pure quello ha una sua storia: il parco è stato costruito attorno al preesistente Pilastrino di Santa Rita, eretto per ricordare la bonifica del 1950."
Passando da una pagina all'altra del browser internet Mattia cercò altre notizia sulla chiesa di San Sebastiano, il campanile pendente lo incuriosiva assai: "Sentite questa, la chiesa oggi dedicata a San Sebastiano in un primo tempo era consacrata a Sant'Antonio e poi ai San Giacomo, anche se come c'è scritto su wikipedia si trattava solo di un oratorio. Nei prima anni Venti del 1600 un giovane Guercino dipinse tre affreschi, uno riguardante il miracolo di San Carlo Borromeo, uno la Madonna col Bambino coi santi Francesco, Antonio Abate e Bovo e l'altro la Madonna col Bambino in gloria con San Pancrazio"
"E sul nostro campanile pendente non dice nulla?" Domandò Michele.
"Qui dice solo che il progetto fu dell'architetto bolognese Angelo Venturoli…è alto 53,67 metri, è inclinato esattamente di 1,518 gradi ossia ha una pendenza del 2,38%"
"Credi che sia inclinato per colpa del meteorite?" Chiese un incuriosito Massimiliano. Mattia aveva la capacità, per come spiegava le cose, di attirare la curiosità dei suoi amici, che lo seguivano in ogni sua avventura.
"Del meteorite?" Linda sembra incredula
"La storia del meteorite la so pure io - intervenne Michele - cadde nel gennaio del 1824, ne furono recuperati tre frammenti…"
"...conservati ora all'università di Bologna e pare proprio che uno di essi venne recuperato vicino alla chiesa, ma viste le dimensioni - e qui Mattia fece un sorriso - non credo possano aver avuto una qualche causa sull'inclinazione del campanile. E' un peccato però che non siano in esposizione presso quello che una volta era stato il museo Parmeggiani"
"Perchè qui a Renazzo c'era pure un museo?" Michele, che era renazzese, non ne aveva mai sentito parlare.
"Ma sì dai, è il palazzo dove ora c'è la biblioteca.. Da quando è stata rimossa la collezione Parmeggiani, non è più museo, ma io sinceramente credo che sia il posto dove ospitare il meteorite, tant'è che si chiama proprio Renazzo."
Fonti: www.parcogorghi.it
www.renazzo.it
www.treparrocchie.eu
https://www.architetturastrutturale.it/