Al gran premio di Formula Uno
L'esordio in formula uno del giovane Oliver Bearman assomiglia tanto a quanto ho scritto ne IL LADRO DEL CARNEVALE....
Dal libro IL LADRO DEL CARNEVALE
Regno Unito, maggio 2018
L'aereo della FlyArrow atterrò all'aeroporto di Heathrow alle 18 del sabato, il giorno prima dell'importante Gran Premio di Gran Bretagna.
"Non pensi sia stato un po' esagerato usare il jet della nostra compagnia privata, papà?" Chiese Mattia mentre scendevano gli scalini dell'aereo.
"La comitiva si sta allargando, viaggiamo più comodo...e pure per gli orari, finito il gran premio domani sera si torna a casa, sai che non mi va che tu e Massimiliano saltate dei giorni di scuola, anche se sono gli ultimi...a proposito...buon compleanno."
"Grazie!" Mattia ricambiò con un sorriso, quasi si fosse dimenticato che era il giorno del suo compleanno, ma sarebbe stato impossibile farlo perché il viaggio in Gran Bretagna era il regalo per lui poi, alla mattina a scuola aveva organizzato una piccola festicciola durante l'intervallo, rimandando la festa promessa al giorno del suo matrimonio.
Ad attendere la comitiva ai piedi dell'aereo il Principe Henry d'Inghilterra. Lui e Samuel erano amici da diversi anni, fin da quando Samuel aveva ricoperto il ruolo di Ambasciatore delle Nazioni Unite, assieme avevano portato avanti la battaglia contro le mine antiuomo, battaglia iniziata dalla Principessa Diana.
Era, quella, una visita privata, ma la presenza del membro della casa reale non era certo passata inosservato e qualche paparazzo in lontananza scattava fotografie.
Samuel e il Principe Henry si abbracciarono calorosamente; il reale inglese salutò poi Benedetto, Mattie e Massimiliano e infine accarezzò Scintilla.
"Vostra altezza - disse Mattia in un perfetto inglese - io e Massimiliano il mese prossimo ci sposiamo, ci piacerebbe invitarla."
Il Principe non si sbilanciò sulla presenza, tuttavia apprezzò molto l'invito ricevuto.
Il corteo di macchine, formato dall'auto del reale inglese, un'auto dei servizi segreti e quella dove si erano accomodati i nostri amici partì alla volta di Silverstone, sotto i flash dei paparazzi.
Lungo il tragitto diverse persone salutavano festanti il corteo, saluti rivolti sia al giovane principe che a Samuel, molto popolare da quelle parti. La notizia che Samuel sarebbe giunto in Inghilterra a seguire il Gran Premio e la scuderia di sua proprietà, aveva fatto il giro del web nei giorni precedenti e siccome era trapelato che sarebbe stato accolto dal principe Henry aveva mandato in visibilio i numerosi fan e ammiratori.
Massimiliano, che fino a quel momento, non aveva mai viaggiato fuori dall'Italia - beh chiaramente eccezion fatta per la missione alla base della Confraternita sulle coste croate - era al settimo cielo e Mattia, vedendolo contento, lo era altrettanto.
La cena di gala offerta dalla direzione del circuito in onore dell'importante ospite fu sconvolta da una brutta notizia: uno dei due piloti della scuderia di Samuel era stato investito da un'auto mentre usciva dall'albergo, fortunatamente nulla di grave, ma l'incidente gli avrebbe impedito di partecipare al Gran Premio, così, nell'impossibilità di ingaggiare un altro pilota, avrebbero corso con una vettura sola. Lester Volger-Hengel, il secondo pilota, non era certo un pivello e sapeva il fatto suo, ma correre con una sola auto era una disdetta, soprattutto perché il pilota ferito, Ivan McCortain, aveva stabilito il record della pista nelle libere e tutti sentivano la vittoria in tasca, vista l'affidabilità della vettura.
Terminata la cena, organizzata in uno dei più lussuosi ristoranti della città, mentre Samuel e Benedetto andarono in ospedale a sincerarsi delle condizioni del pilota, Mattia e Massimiliano ritornarono in albergo.
Appena entrati in stanza, giusto il tempo di chiudere la porta, Scintilla – che era rimasto in camera per tutto il tempo - saltò loro letteralmente addosso.
"Sai Matty, mi sembra strano...fare il viaggio delle nozze...prima delle nozze…" Disse Massimiliano mentre si spogliava: una bella doccia lo attendeva.
"Non ti credere, faremo senz'altro un viaggio anche dopo…" Replicò Mattia, intento a riempire la ciotola del cane.
"In che epoca?" Entrambi scoppiarono a ridere.
"Doccia assieme?" Suggerì poi Massimiliano.
"Perché no...mi pare abbastanza grande...ci dovremo stare."
Sotto il gettito dell'acqua fredda, dopo l'amplesso, Mattia e Massimiliano rimasero abbracciati, baciandosi ripetutamente.
"Non te l'ho ancora chiesto...ma come mai hai pensato subito al matrimonio e non ...magari...a un fidanzamento?"
"Perché...perché sento di amarti alla follia…"
"E se ti avessi risposto di no?" Chiese Mattia incuriosito mentre lavava la schiena dell'amico.
"Lo avevo messo in conto, ma ero sicuro che avresti detto di sì. A proposito, perché hai detto di sì?" Chiese Massimiliano voltandosi di scatto.
"Sono una persona istintiva, poi ormai ci conosciamo da tre anni, quasi quattro: un bel fidanzamento, non trovi?"
Mattia udì il telefono che aveva lasciato nella stanza da letto squillare, uscì dalla doccia e corse a rispondere.
Massimiliano raggiunse poco dopo Mattia, intento a parlare al telefono. Era nudo, sdraiato a pancia in giù; Massimiliano si distese al suo fianco ed iniziò ad accarezzarlo sulla schiena.
"Io e Massy siamo qui in stanza, penso che andremo a letto presto stasera...ci vediamo domattina a colazione. Buonanotte papà."
"Che voleva?" Chiese Massimiliano, che aveva udito solo la parte finale della conversazione.
"Mah, niente di che, sono stati a trovare McCortain, ne avrà almeno per un mese, più la riabilitazione…"
"È una vera sfortuna, sono sicuro che domani la nostra scuderia avrebbe dato del filo da torcere alla Ferrari e alle altre ma con un pilota solo è impossibile."
"Già." Disse Mattia scoraggiato.
"Solo tu puoi prendere il suo posto!"
"Stai scherzando vero?" Mattia era stupito di quanto avesse appena detto Massimiliano.
"Amore, l'auto di Maschera e Mantello, la Saetta, è in buona sostanza una vettura di formula uno, tu la guidi a meraviglia!"
"Ma come faccio a sostituirmi al pilota?"
"Quindi vuol dire che ci avevi pensato?"
"Mio dolce futuro maritino...pilotare un bolide di formula uno è sempre stato il mio sogno!"
"E allora? Puoi usare il visore olografico e trasformarti in McCortain!"
"Ma Massy...lui è all'ospedale, non può comparire all'autodromo come che nulla fosse!"
Dopo un attimo di silenzio Massimiliano esclamò: "Mi è venuta un'idea...fammi dare un'occhiata al regolamento della F1" e così dicendo si diresse alla scrivania dove avevano appoggiato il portatile di Mattia.
Dopo una veloce ricerca Massimiliano disse: "Ho trovato la soluzione...devi però falsificare un tesserino da pilota e alterare gli archivi della F1"
"Un gioco da ragazzi!" Disse Mattia tra il serio e il faceto.
Sull'autodromo di Silverstone splendeva un sole luminoso e caldo, la giornata era bellissima.
Le auto si stavano piazzando sulla griglia di partenza. L'auto guidata da Lester Volger-Hengel era in quinta fila.
Samuel e Benedetto avevano già preso posto in tribuna d'onore. Scintilla, con la museruola era piuttosto malinconico, accucciato vicino a loro. Avevano tenuto due posti liberi, uno per Mattia e l'altro per Massimiliano. Furono sorpresi di vedere solo Massimiliano arrivare con un carico di pop-corn.
"Dove hai messo Mattia?" Domandò Samuel.
Senza dire nulla fece un cenno con il capo verso la pista: proprio in quel momento una vettura bianca e azzurra, una della United Stars Trade Automotive si stava piazzando in ultima fila.
"Oh mio dio!" Samuel non poteva credere ai propri occhi.
"Io ho cercato di dissuaderlo, ma non c'è stato verso." Dopo questa bugia Massimiliano si mise a sedere a mangiare pop-corn, non badando alle preoccupazioni dei papà di Mattia.
Già mentre l'auto guidata da Mattia si stava posizionando sulla griglia, il pubblico aveva dato segni di stupore, quando poi lo speaker dell'autodromo annunciò: "La vettura numero 23 della United Stars Trade Automotive sarà guidata da Mattia Rosetti", tutti scattarono in piedi per un applauso, si sapeva chi era Mattia Rosetti e infatti le persone vicine a Samuel si girarono verso di lui facendogli ampi segni di incoraggiamento, segno che la decisione di far correre il proprio figlio adottivo era stata apprezzata. Nessuno sapeva che Mattia non aveva mai guidato una vettura di F1 e soprattutto che aveva falsificato il tesserino da pilota e creato un finto curriculum.
Le vetture fecero il primo giro di riscaldamento. Mattia stava dimostrando una guida sicura.
"È un incosciente!" Benedetto era dei due papà quello che cercava sempre di lasciare ampia libertà al ragazzo, ma gareggiare in una corsa di Formula Uno era troppo anche per lui.
Scintilla si era alzato in piedi e aveva iniziato a scodinzolare entusiasta.
"È fortunato che ha già compiuto diciotto anni." Disse di rimando Samuel.
Massimiliano non capiva la preoccupazione dei due, in fondo come Maschera e Mantello correvano dei rischi ben maggiori!
"Ora si inizia a fare sul serio." Pensò Mattia una volta che tutte le vetture si erano posizionate ai nastri di partenza dopo il giro di ricognizione.
Il semaforo verde diede l'avvio alla gara. Subito Mattia si posizionò nella parte esterna della pista, tentando di superare le vetture davanti a lui che avevano fatto blocco, la manovra gli riuscì bene, in un solo colpo aveva già scalato sei posizioni.
Le manovre da compiere erano suggerite da Goliath attraverso l'auricolare che Mattia indossava: non una mossa particolarmente onesta ma a Mattia non piaceva perdere.
Mattia tenne la posizione per i successivi cinque giri, riuscendo ad avanzare di due posizioni.
Anche Lester stava compiendo una rimonta che aveva del miracoloso: aveva raggiunto il sesto posto, a pochi decimi dal quinto piazzamento.
"Devo andare giù." Disse Samuel.
Benedetto lo seguì, tenendo Scintilla per il guinzaglio.
"Ultimamente sta diventando incontenibile, quante cose ci ha nascosto per tanti anni" Samuel forse solo in quel momento stava realizzando veramente chi fosse Mattia, "anche 'sta storia del matrimonio…" Aggiunse mentre stava scendendo le scale che portavano al piano terra della tribuna.
"Ferma un secondo: non mi dire che hai cambiato idea!" Benedetto lo tirò per un braccio.
Samuel si fermò per un attimo e poi sospirò, riflettendo a quanto aveva appena detto: "Certo...certo che no...è che...ammettilo Dige...ci è sfuggito il controllo."
"Sì sono d'accordo, confesso che gli abbiamo lasciato troppo libertà ma non potevamo certo stargli addosso ventiquattro ore su ventiquattro e ora non possiamo certo chiuderlo in camera sua per punizione...e poi...e poi non è un delinquente: le cose che ha fatto di nascosto, be', sono tutte cose che gli rendono onore! E sulla storia del matrimonio...è giusto che segua la sua strada!"
Samuel ammise in cuor suo che Benedetto aveva ragione.
"Ora calmiamoci un attimo e andiamo a seguire la corsa dal paddock." Aggiunse infine Benedetto.
Samuel in un certo qual modo provava un po' di invidia per Mattia, rispetto a lui, stava vivendo la vita di adolescente con assoluta libertà, senza dover mentire a nessuno e soprattutto avrebbe voluto dividere in prima persona con lui parte di quelle mirabolanti avventure.
Una volta giunti nel paddock riservato alla loro scuderia, Samuel avvicinò il Team Manager, Reginald Kingston, per farsi spiegare come Mattia aveva potuto mettersi al volante di un bolide di formula uno.
"È stato tutto veramente molto incredibile: ho ricevuto stamattina una telefonata da Mattia che mi diceva che come pilota della scuderia, anche se non inserito nella main list di politi, nemmeno come collaudatore, lui si rendeva disponibile per la gara. Come lei sa la scuderia, se non fosse stato per il vostro intervento, sarebbe fallita e non avevamo già da un po' i due collaudatori che se ne sono andati il mese scorso. Sinceramente non sapevo di avere lui come pilota, ho verificato: era tutto in regola e visto che eravamo un po' con l'acqua alla gola, ho colto al volo la sua disponibilità."
"Ma non ci vuole un tesserino o patentino da pilota?" Chiese Benedetto un po' stupito.
"Certo Mattia ne è in possesso. Abbiamo avuto il via libera della Federazione, sfruttando un piccolo cavillo del regolamento che permette di inserire i piloti in sostituzione di infortunati, anche poco prima della corsa, se sono piloti non facenti effettivamente parte del team, come nel caso di Mattia."
"Mi spiego un po' di cose." Disse Samuel e rivolto a Benedetto aggiunse: "Poi mi deve spiegare come ha fatto ad ottenere il tesserino da pilota di Formula Uno!"
"Se lo vuole salutare, può parlare in cuffia." Disse Reginald, porgendogli una cuffia con microfono.
Samuel la indossò: "Ciao piccolo teppistello, stai andando forte! Devo dire ci hai fatto una bella sorpresa!"
Mattia stupito di sentire la voce di Samuel, rispose: "Ciao papà! C'è anche Dige? Visto, sono già nono, alla fine vedrai che arrivo fra i primi due!"
"Quando poi finisci la gara, facciamo due chiacchiere! Che cosa dire? Stai attento! Mi raccomando!"
"Papà uno e due...vi voglio bene!"
"Anche noi!" Dissero insieme Samuel e Benedetto.
Samuel riconsegnò la cuffia al tema manager e poi, assieme a Benedetto e tenendo ben stretto il guinzaglio di Scintilla, si appoggiò al muretto per seguire il resto della corsa.
Mattia a ogni giro riusciva a guadagnare una posizione, mancavano ormai quindici giri al termine ed era sesto, l'altra vettura guidata da Lester era quinta. Gli ordini di scuderia erano quelli di proteggere la vettura di Lester dall'assalto degli inseguitori, quinto e sesto posto potevano essere ritenuti più che soddisfacenti, vista l'emergenza della situazione.
Mattia sentiva però la vittoria a portata di mano e anche dopo il pit-stop, fatto da entrambe le vetture, pur mantenendo la stessa posizione avevano aumentato il vantaggio sugli inseguitori in termini di tempo e soprattutto si stavano avvicinando al podio. Mattia sapeva che la vittoria, in caso di doppietta, doveva andare a Lester, gli avrebbe permesso di recuperare punti nella corsa per il titolo mondiale.
"Cerchiamo comunque di mettere pressione su chi ci sta davanti." Pensò e pigiando sul pedale dell'acceleratore superò la vettura di Lester che con un cenno del capo diede segno di forte disapprovazione per quello che Mattia stava facendo ma Mattia fece il gesto di stare tranquillo e di seguirlo.
Mattia si accodò alla vettura della Mercedes, preceduta a sua volta dalle due Ferrari e dalla Red Bull.
La Mercedes, vistasi all'angolo, credendo che Mattia volesse chiuderlo sulla destra sterzò bruscamente. Il pilota perse il controllo e andò a sbattere contro le protezioni finendo fuori pista. In questo modo Mattia protesse l'inserimento di Lester che ora viaggiava quasi appaiato a Mattia: quarto e quinto posto raggiunto!
La mossa nel paddock fu accolta con un lungo applauso.
Mattia voleva di più: sentiva che la macchina avrebbe potuto reggere una pressione maggiore, d'altronde negli ultimi due gran premi entrambe le vetture avevano terminato regolarmente la gara senza intoppi.
La comunicazione con il paddock era aperta quindi Mattia ne approfittò per dire a Lester: "Stammi dietro che ti porto alla vittoria." Mattia accelerò e Lester gli si mise dietro, quasi che fossero incollati.
Le due Ferrari, che viaggiavano anch'esse a poca distanza una dall'altra videro arrivare da dietro la vettura di Mattia, quando però si accorsero che dietro c'era la vettura dell'altro pilota, nel tentativo di chiudere le due vetture dell'Usta, si scontrarono tra di loro, una delle due vetture finì a lato della pista, mentre l'altra, che straordinariamente non aveva riportato danni, proseguì la gara ma Mattia e Lester erano già secondi e terzi.
La Red Bull ormai viaggiava sicura verso il traguardo, mancavano sette giri al termine e guadagnava decimi ad ogni giro. Mattia sentiva che avrebbe potuto tentare l'affondo e non si capacitava del fatto che il compagno di scuderia fosse timoroso, tuttavia non era necessaria la vittoria di Mattia, anche se questa avrebbe portato più punti alla squadra, ma era necessario, per la corsa del titolo pilota, che Lester chiudesse la gara davanti a Mattia.
La distanza dalla Red Bull era ormai tanta che per Mattia era impossibile anche solo pensare di tentare l'assalto per infastidire il pilota o cercarlo di mandarlo fuori pista e così lasciò avanzare Lester per il secondo piazzamento.
La gara si chiuse quindi con le due Usta al secondo e terzo posto.
Inutile dire che il tripudio fra i supporter della scuderia sugli spalti e di tutti i tecnici fu tanto: si trattava pur sempre di una delle più antiche scuderie del Regno Unito che senza l'intervento del Fondo Bertelli Guglielmi avrebbe dovuto chiudere per fallimento. I due piloti vennero portati in trionfo e pure il pilota della Red Bull si complimentò con Lester e successivamente anche con Mattia.
Il terzo posto ottenuto da Mattia, il pilota venuto dal nulla come avevano scritto alcuni siti web aveva oscurato il piazzamento del compagno di squadra e pure la vittoria della Red Bull.
Mattia fu accolto trionfante nel paddock, ricevendo il commosso abbraccio dei due papà che per un attimo misero da parte i rimproveri.
Ma la festa maggiore fu con Massimiliano, che dopo il termine della gara era sceso nel box, i due si scambiarono un bacio immortalato dai fotografi che finì poi su tutte le pagine dei giornali sportivi di mezzo mondo. Pure Scintilla si complimentò con il padroncino, leccandolo più volte sul viso.